Questo libro è nato un pomeriggio, dopo pranzo, mentre da Ravenna guidavo verso Punta Marina per consegnare, credo, una scatola di libri.
Era inverno, sono andata a fare una breve passeggiata in spiaggia, le strade erano quasi deserte, ho attraversato con la macchina lunghi e larghi viali di pini, in bilico tra paesaggi differenti: la campagna che va verso il mare, i canali con i capanni da pesca, le industrie con le loro forme quasi da fantascienza che circondano Ravenna.
Lì, mentre guidavo, all’improvviso, è arrivata la prima idea, il nocciolo (alle idee piace arrivare all’improvviso, o non arrivare affatto). Un’idea, all’inizio, è come un magnete: non porta molte informazioni, non c’è una vera trama, è piuttosto un fulmine, una spina, una voce che ti chiama dal bordo della strada e ti dice ehi, sono qui, fermati, c’è qualcosa da raccontare.
Dove? Dove ti nascondi? Dove sei?
Ho accostato la macchina sul bordo del viale, ho preso un appunto sul mio quaderno per ricordarmi del mare, dei pini, delle fabbriche e di quel capanno sul canale e delle due paia d’occhi che mi era sembrato di scorgere, nella mia mente: Simone e Mattia. Poi ho lasciato che le domande vagassero, in libertà: vivono da soli? Sono fratelli? Chi hanno perso? Come sono arrivati fin qui?
Le parole quando arrivano sono torce che illuminano e lasciano affiorare la realtà.
CREDITI VIDEO
Riprese e montaggio: Matteo Toni
Field recording: foce del Bevano – torretta birdwatching di Chris Yan